Domanda: Quale è stata la cosa che ti ha maggiormente colpito riguardo Luang Por Chah? Parla della tua esperienza.
Risposta: Una volta, qualcuno chiese a Luang Por Chah: “Come mai risulti essere, in modo evidente, così diverso da tutti gli altri monaci thailandesi? Lui rispose: “Io ho voluto spingermi oltre. Gli altri non oserebbero fare ciò che ho fatto”.
In realtà non ho udito di persona questa conversazione, mi è stata riportata, ma essa ha avuto un impatto profondo sul mio modo di praticare. In effetti mi ha indicato quale sia la priorità.
Luan Por Chah non era affatto preoccupato di essere famoso o ricco o di avere molti seguaci. Se percepiva che una cosa era giusta e andava fatta, la faceva. A volte tutto ciò implicava coraggio. Ha dovuto affrontare e confrontarsi con le sue paure ed insicurezze. Non si è fatto intimidire da tutto quello che normalmente limita gli altri.
Durante il periodo che sono stato con lui, la cosa che incessantemente mi ispirava era il suo atteggiamento verso gli altri. Luang Por era totalmente flessibile. I ricordi di come gestiva le situazioni sono sempre nella mia mente e sono di supporto per tutto ciò che dobbiamo affrontare qui in Occidente. Ero solito osservarlo e notare la sua abilità nell’adattarsi ad ogni situazione senza resistenze. Era proprio come se volasse. Sia se si trattava di dignitari che volevano parlare delle loro questioni di affari o di umili contadini preoccupati per la malattia di un loro bufalo, oppure di ricchi personaggi provenienti da Bangkok, lui aveva sempre la stessa stupenda abilità di adattarsi a loro. A volte si ritrovava circondato da tutta una moltitudine di monaci che pendevano dalle sue labbra e altre volte rimaneva seduto da solo, con al massimo uno o due giovani monaci, masticando foglie di betel e bevendo coca cola.
Era sempre capace di essere flessibile senza alcuna resistenza. Non vi era nulla di quei famigerati segni di attaccamento dell’individuo che producono stress e creano una atmosfera artificiosa.
Questo esempio vivente di insegnamento mi rese evidente quanta resistenza ancora facessi e che proprio questa era la fonte dei miei problemi. A volte pensiamo che le nostre difficoltà siano causate da circostanze esterne ma, di solito, la causa maggiore è la nostra abitudine all’attaccamento. Luang Por non mostrava segni di resistenza e aver avuto la fortuna di essere testimone di questo è stata una vera benedizione.
Traduzione di Federica Consolini