L’aspetto per me più significativo e suggestivo era che Ajahn Chah era l’incarnazione vivente degli insegnamenti del Buddha, che fino ad allora io avevo solamente letto e appreso concettualmente.
Un primo esempio significativo fu quando mi trasferii a vivere a Wat Pah Pong. Pensai che vivendo in un monastero posto sotto la sua guida avrei avuto modo di conoscere chi fosse realmente quel grande insegnante di nome Ajahn Chah e quale fosse il suo insegnamento fondamentale. Arrivai al monastero un mese prima dell’inizio del Ritiro delle Piogge, quando c’era ancora un programma poco strutturato. Dunque, una delle occasioni più istruttive era quella di andarsi a sedere vicino alla capanna di Ajahn Chah ed ascoltarlo mentre interagiva con i visitatori o con gli altri monaci residenti. Dato che la mia conoscenza della lingua Thai era tutto sommato passabile, ero in grado di comprendere la maggior parte di ciò che veniva detto. Tuttavia, man mano che ascoltavo i consigli, i colloqui e gli insegnamenti di Ajahn Chah, iniziai ad essere sempre più confuso rispetto a chi fosse effettivamente e quale fosse il suo effettivo insegnamento. Notai che impartiva insegnamenti differenti a seconda delle persone che aveva di fronte, talvolta fornendo anche consigli contraddittori tra di loro. Iniziò perciò a sembrarmi una persona incoerente. Cosa stava facendo? Stava forse erigendo una facciata puramente esteriore o era invece realmente confuso? Questo rappresentava per me un vero dilemma spirituale. Da una parte Ajahn Chah era davvero un maestro ispirante, che possedeva una indubbia saggezza e un grande carisma. Dall’altra, i suoi insegnamenti non erano coerenti con il modo in cui io ritenevo che un “essere illuminato” dovesse essere.
Poi, un pomeriggio, mentre lo stavo ascoltando, improvvisamente compresi che non esisteva un Ajahn Chah immutabile e coerente. Piuttosto che essere il portatore di un particolare insegnamento, egli rispondeva con consapevolezza e saggezza a qualunque situazione gli venisse prospettata. La sua apparente incoerenza era in effetti una risposta saggia a ciò che una specifica persona o situazione in quel momento richiedevano. Fino ad allora mi ero riferito ad Ajahn Chah come a qualcuno che dovesse avere una personalità statica ed un complesso definito di convinzioni e punti di vista. Ora mi appariva chiaro che lui non rimaneva aggrappato ad una personalità immutabile o a punti di vista predefiniti, ma che era l’espressione libera e vivente di saggezza e consapevolezza. Ciò che su un piano convenzionale appariva incoerente era in verità una risposta immediata e significativa a ciò che stava accadendo in quel momento. Quello fu per me un esempio vivente del concetto di impersonalità.
Un ulteriore insegnamento, che mi è stato di grande aiuto, l’ho ricevuto nel periodo in cui ero disturbato dal continuo apparire di volti durante la mia meditazione. In generale non si trattava di manifestazioni spaventose ma solamente fastidiose e disturbanti. Tuttavia, io non avevo chiaro quale fosse la motivazione o la causa di ciò ed ero impegnato nel cercare di capirne qualcosa di più o comunque di risolverlo. Fortunatamente ebbi l’occasione di chiedere una spiegazione ad Ajahn Chah. Lui lo chiamò un “fenomeno mentale” e mi consigliò: “Limitati ad osservarlo e non ti lasciar attrarre da esso. Riconoscilo e quindi torna al respiro”. Mi spiegò che noi siamo attratti da queste cose in quanto rappresentano una novità e sono interessanti. Disse che avrei potuto o essere estremamente stimolato dalla cosa, immaginando di aver sviluppato dei poteri psichici, quali la veggenza, che mi permettevano di visualizzare il volto di coloro che il giorno successivo mi avrebbero offerto del cibo, oppure avrei potuto pensare di essere perseguitato da dei fantasmi. Questo fu il miglior consiglio ed il più utile che avessi ricevuto sulla questione da parte di un insegnante, e non appena ebbi modo di metterlo in pratica, i volti finalmente sparirono. E questo principio, da quel momento, è sempre stato di grande aiuto per me nell’affrontare i molti fenomeni insoliti che si presentano nella pratica spirituale.
Traduzione di Lapo Cavina