dall’esperienza del “Sangha del Lago” di Brescia
1) CHI?
Non è necessario essere in tanti: per creare un gruppo due persone bastano. L’importante è la voglia di meditare insieme.
2) DOVE?
Non è necessario affittare una sala, né avere un luogo dedicato solo alla meditazione. Basta trovarsi a casa di qualcuno, in una stanza qualsiasi. Se le distanze lo consentono, ci si può incontrare prima in un luogo di raccolta, per raggiungere insieme la casa.
3) QUANDO?
È sufficiente incontrarsi un giorno alla settimana, ma è importante farlo con continuità.
4) PERCHE’?
Un gruppo di meditazione è utile per orientare i principianti e per dare a tutti occasioni di confronto, ma è soprattutto un mezzo per favorire la continuità e il miglioramento nella pratica individuale, la quale non può essere sostituita dalla pratica di gruppo.
5) COSA?
È consigliabile mantenere nel tempo poche semplici tecniche ed un’unica scuola di riferimento. Se è una scuola monastica, può essere utile recarsi periodicamente al monastero, anche individualmente, per approfondire la propria pratica e ricevere l’influenza positiva dei monaci.
6) COME?
Per una semplice meditazione seduta non è necessario avere un maestro. Utili indicazioni per i principianti (e non) si trovano nelle registrazioni di meditazione guidata di Ajahn Chandapalo.
7) ESEMPIO?
Un incontro di meditazione può essere strutturato così: un momento introduttivo con canti (guidati da una registrazione), 40 minuti di pratica (silenziosa o guidata da una registrazione), 10 minuti dedicati ad una lettura di Dharma, un momento conclusivo con canti, un momento conviviale di confronto sulla lettura o sull’esperienza personale.