di Ajahn Mahapañño
La Retta Parola (sammā vācā) è il terzo fattore dell’Ottuplice Nobile Sentiero, la via di mezzo insegnata dal Buddha per realizzare il risveglio. Dottrinalmente, nel canone pali, troviamo la definizione: “E cos’è la retta parola? astenersi dal mentire, da un parlare che crei divisione, da una parola offensiva e da un parlare frivolo: questo è detto retta parola” – Saṃyutta Nikāya 45.8
Gli esercizi che vi proponiamo gravitano nella sfera di questa definizione, sono compatibili con essa e inclinano verso la pratica insegnata dal Buddha. Ovviamente non sono esaustivi né pretendono di esserlo, ma speriamo possano esservi utili per divenire più familiari con alcuni aspetti che sosterranno la comprensione del Dhamma e permetteranno la coltivazione della retta parola. Sono infatti basati sulla constatazione che quando siamo da soli conviene osservare la mente, ma quando siamo in compagnia è consigliabile osservare la parola che riflette la mente stessa.
Esercizio 1: Sempre, mai, ogni volta (6 – 20 maggio)
Esercizio 2: Mani, spalle, piedi (21 maggio – 4 giugno)
Esercizio 3: Tre cancelli (5 – 19 giugno)
Esercizio 4: Forse, non so, grazie (20 giugno – 3 luglio)
Esercizio 5: Le giuste domande (4 – 18 luglio)
Esercizio 6: Chi non c’è (19 luglio – 2 agosto)
Esercizio 7: Nobile silenzio (3 – 17 agosto)
L’esercizio da praticare insieme in queste 2 settimane è il n. 7, Nobile silenzio. (Chi volesse rileggere gli esercizi precedenti e le testimonianze di pratica relative ad essi, può andare alla pagina tutti gli esercizi)
Esercizio 7: Nobile silenzio
E adesso silenzio. Spegnere il cellulare, non farsi coinvolgere in conversazioni verbali né scritte. Nei prossimi giorni offrirsi almeno un’ora di silenzio al giorno, mi auguro che vi sia possibile. Se durante la settimana gli impegni non lo consentissero, allora concedetevi almeno mezz’ora. Nel fine settimana dovrebbe poi essere possibile ritagliarsi una parte di giornata dedicata al silenzio.
Se per qualche motivo dovete interagire con la parola anche in questi spazi, praticate il Nobile Silenzio, dicendo quanto necessario senza divagare. Se vi state domandando cosa si possa intendere per divagare, un esempio può venire da ciò che il Buddha definiva “discorsi triviali”: “Parlare di re (capi di stato) e briganti, ministri ed eserciti, di pericoli eccitanti e guerre, cose da mangiare e bere, vestiti e abitazioni, ghirlande (gioielli) e profumi, relazioni, veicoli, villaggi e mercati (negozi), città e province, donne ed eroi, chiacchiere da strada, pettegolezzi, parlare dei defunti di giorni ormai passati, parlare frivolamente, parlare sull’origine del mondo e del mare, e anche su temi di guadagno e perdita” – Anguttara Nikaya 10.69
Quello che rimane è probabilmente sufficientemente vicino al Nobile Silenzio!
Mi impegno durante tutta la prossima settimana ad educarmi nella pratica del silenzio, del Nobile Silenzio, per almeno un’ora al giorno.
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Se desiderate condividere successi e insuccessi sulla pratica consigliata, potete utilizzare Facebook o se preferite potete scrivere a Saddha. In entrambi i casi verranno pubblicati in questa pagina alcuni estratti che riterremo di utilità generale come sostegno alla pratica.
Commenti e testimonianze su questo esercizio