Claudio P è facilmente percepibile il muoversi dell’Ajahn Mahapañño con leggerezza ma con profondità per questa volta (eh! eh!) grato attendo altri suggerimenti…
6 maggio alle ore 11.44
Mari F Ecco, io ho veramente bisogno di fare esercizio!
6 maggio alle ore 14.27
Laura R Grazie mille!
6 maggio alle ore 15.55
Sara M bellissima iniziativa soprattutto per coloro che vivono lontani dal monastero/sangha!
6 maggio alle ore 18.10
Sara M sarebbe utile citare qualche esempio anche al positivo oltre a quello negativo già descritto, per dare la possibilità di comprendere come articolare meglio le espressioni al condizionale …grazie di cuore Ajahn Mahapanno!!
6 maggio alle ore 18.52
Beppe V Bellissima iniziativa per sostenere la pratica di chi è purtroppo lontano dal Monastero. Grazie !
6 maggio alle ore 19.47
Roberto B Sara ottima osservazione, ma penso che sia voluto: prima impariamo a frenare l’impulso akusala, poi ci saranno abbastanza spazio e saggezza per kusala. Penso
6 maggio alle ore 20.44
Elisabetta A grazie infinite!!! devo dire che oggi non è andata bene… ho usato il termine ” fai sempre sempre così, ti comporti sempre così” con il mio compagno almeno tre volte solo questa mattina… troppe ehhh!!!! Grazie di cuore a Ajahn Manapanno! _
7 maggio alle ore 11.59
Roberto L Sono contento di questi esercizi, in particolare perché si tratta di esercizi sulla parola. Mentre parlo, cercando di ricordarmi della pratica del lasciare andare le parole “Sempre, mai, ogni volta”, mi ritrovo automaticamente a stare attento alla comunicazione in sé, e questo mi è di aiuto nella pratica della retta parola.
Non sono presente profondamente alle parole che pronuncio in genere, soprattutto nelle comunicazioni più concitate, ma comunque c’è un ricordo di fondo che parlare è un momento importante della giornata.
Grazie!
14 maggio alle 11.14
Sara M Oggi ho espresso un’opinione con rigida “credenza” del tipo ” loro sono tutti uguali” generalizzando , stereotipizzando,…un amica mi ha fatto realizzare cio, mi sono osservata e ho pensato a questo esercizio!! quanto lavoro ancora..!!!!!
14 maggio alle 18.28
Chiara V Mi è facile ricordare come oggi ho usato espressioni giudicanti con un mio alunno in particolare. È il mio problema in questo momento. Dopo un anno di lavoro devo dichiarare che con lui ho fallito, probabilmente perché nella pazienza e attenzione che ho avuto verso di lui si sentiva l’antipatia che provo verso il suo modo di atteggiarsi
14 maggio alle 0.33
Roberto L Sono fiducioso che vedere i nostri attaccamenti e le nostre avversioni sia già metà del cammino. A volte viene da scoraggiarsi, vedendo quelli che chiamiamo errori. E invece è proprio in quel “vedere” secondo me che c’è il nostro progredire, più che nell’accumulare virtù. Mi piace pensare che chi accumula virtù e se ne inorgoglisce sia molto più confuso e lontano di chi, vedendo i propri limiti, smette di credersi speciale, e contempla se stesso e gli altri con sguardo sereno e perdonante, come si fa con i bambini che si vantano: “Io ero il capitano”; “E allora io ero il colonnello”. Allo stesso modo di quando, misurando il nostro grado di progresso (nel lavoro, nelle amicizie o anche in campo spirituale), ci chiediamo se “andiamo bene”, trovandoci perciò nostro malgrado a fare lo stesso gioco. Lasciando andare l’immagine di noi (senza smettere di sforzarci ad ogni istante di percorrere il cammino), facciamo secondo me il vero balzo. Quando riesco a vedere i miei limiti e quelli degli altri nell’ottica di “così funziona la nostra mente”, mi sento più leggero, come se avessi posato un grosso fardello. In pratica, tornando agli esercizi, propongo di “segnare punto” quando vediamo la tendenza akusala (e magari la lasciamo andare) più di quando vediamo che non abbiamo mai sbagliato.
17 maggio alle 18.28