Claudio Sono sincero praticare le prime due lo trovo naturale, prendendo in considerazione la parola benifica (trarne benficio) rispetto la mia persona non ha rilevanza in quanto il mio intento è comunicare no compiacermi della comunicazione , invece mi lascia perplesso riguardo gli altri, è come l’azione, come posso stabilire con sicurezza che sia kusala…?
Roberto B Dopo aver provato l’esercizio per una settimana e mezzo, mi sento di poter rispondere in parte a Claudio. Se i primi due cancelli di “verità e gentilezza” rappresentano qualità abbastanza evidenti di quel che intendiamo dire, il terzo (che la parola sia di beneficio) mi portava a riflettere per lo più sull’intenzione che muove la parola. È ovvio che la mia parola può essere travisata da chi la ascolta, e devo stare attento; è ovvio anche che chi parla e chi ascolta possono partire da presupposti e basi differenti, e anche a questo bisogna prestare attenzione. Ma una parola sostenuta dall’intenzione di generare benessere o conforto o di agire nel migliore dei modi: quello è importante. Non posso essere sicuro di sapere cosa sia il meglio, per me e per gli altri. Però posso “testarlo” alla luce dei cinque precetti: voglio far del male a qualcuno? Voglio ingannarlo? Voglio abusarne (del suo tempo, delle sue doti, ecc.)? Se no, allora sono già a buon punto. Poi potrei chiedermi: è una parola importante, di valore (e che quindi può avere un maggiore o minore effetto), oppure solo una serie di suoni per riempire il silenzio?
Detto ciò, quello che ho potuto apprendere di importante osservandomi e che mi ha maggiormente colpito è che questi cancelli sono, comunemente, abbattuti e lasciati incustoditi. E per poter esercitare davvero la parola, prima di tutto vanno chiusi: per imparare a coltivare una Retta Parola, devo prima di tutto imparare a coltivare il silenzio. In questo modo la mia parola diventa un gesto volontario e consapevole, e non una semplice reazione verbale, incontrollata e immediatamente libera di esprimersi. E questo, almeno per me, è un duro lavoro.
Elisabetta Durante queste settimane, specie nei primi giorni, è stato molto difficile per me formulare una frase che riuscisse ad attraversare tutti i cancelli. il primo giorno, lessi al mio compagno l’esercizio, entrammo in un dialogo, e davvero non riuscì a formulare la frase in modo tale da passarli. ripresi a fare l’esercizio dopo. Non è facile, adesso partiremo con il 4 ma non ho appreso bene il terzo… non è facile demolire schemi esistenti ed adottarne nuovi, e con il modo di esprimerci, il linguaggio, è molto più complesso. anche per me è un duro lavoro, che continuerà, buona pratica a tutti.