Elisabetta Dopo aver iniziato la pratica, mi sono resa conto che parlare in modo benevolo di chi non c’è davvero rende leggeri. Questo non mi ha impedito però di riassumere il vecchio comportamento. Mi sono fermata a sentire il dialogo sulle critiche da me mosse agli altri dentro ed ho visto che tendo a farlo quando quell’amico o quella persona, modifica il mio sentire ed effettuo delle scelte. Se non “coincidono” al fine tendo a “sparlare” come se volessi giustificare ed addossare il motivo della scelta “errata” all’influenza che ha avuto quel dialogo sul mio comportamento. E’ un comportamento infantile il mio. Ma ho cercato di portare dentro quanto appreso. Non esiste giusto o sbagliato, corretto o non. “Ahh se solo avessi fatto quello che pensavo invece di ascoltare l’amico”… questo tendeva a giustificare la mente. Si va in una direzione, il momento successivo indicherà se per me va bene o no, e avrò facoltà di cambiare direzione, rimanedo presente a me senza cercare giustificazioni o alternative. E con questo il mio parlare dell’amico ad un altro è molto più amorevole e pulito da critiche. Grazie