Vincenzo Noja, La saggezza del buddhismo – Il sentiero dell’Illuminazione, Paoline edizioni 2014, pp. 160, euro 10.00.
Piccola antologia che raccoglie l’essenza degli insegnamenti riguardanti la pratica realizzativa vera e propria.
La via del risveglio
In un uomo che vive senza consapevolezza
la brama cresce come una pianta rampicante.
Egli passa di vita in vita come una scimmia
passa di ramo in ramo dagli alberi
della foresta cercando un frutto.
(Buddha,
Raccolta dei discorsi in progressione, 6.6.9)
Prefazione
La parola «buddhismo» viene associata a una grande varietà di pratiche religiose. Tutte quante hanno la loro origine nel Buddha storico, Gotama Siddharta detto Sakyamuni, che visse e insegnò nell’India del Nord più di duemilacinquecento anni fa.
Le principali scuole di pensiero del buddhismo sono tre: la tradizione Theravada, la tradizione Mahayana e la tradizione Vajrayana tuttora presente in Tibet.
La tradizione Theravada («scuola degli anziani») fa riferimento unicamente alla dottrina buddhista delle origini.
Per tutte le scuole buddhiste sono tre i fondamenti: il Buddha (il maestro illuminato), il Dhamma (il suo insegnamento) e il Sangha (la comunità dei praticanti monaci e monache). Questi tre fondamenti vengono anche chiamati «i tre gioielli» o «i tre oggetti di rifugio», perché rappresentano quanto c’e di più nobile nell’essere umano: saggezza, verità e virtù.
La disciplina dei monaci è regolata da un’antica scrittura sacra buddhista, il Vinaya.
Il buddhismo è una delle religioni più praticate, con circa quattrocento milioni di fedeli.
Molti si avvicinano al buddhismo perché la meditazione, quale strumento di pace interiore, è compatibile con qualsiasi altra convinzione religiosa. La meditazione è il cuore della pratica buddhista.
In questo bellissimo libro,Vincenzo Noja presenta in modo chiaro e profondo le assunzioni dottrinali e gli insegnamenti fondamentali del Buddha. Lo scritto va inteso come un primo passo esplorativo per lo studio di questo affascinante insegnamento e ripercorre in modo ordinato i suoi aspetti essenziali.
È particolarmente adatto a chi vuole avvicinarsi al fecondo dibattito circa la natura del buddhismo (è una religione, una filosofia, una psicologia?) ed è di grande utilità per partecipare al rispettoso dialogo interreligioso.
Per alcuni questo testo potrà diventare anche un manuale tascabile, contenente «antica saggezza orientale», ricco di spunti per la riflessione e la pratica quotidiana.
Nella visione buddhista l’essere umano, a causa dei limiti che gli impone la prospettiva egoica, è vittima di una contrazione della mente-cuore. Questa contrazione, questa increspatura dell’animo, è chiamata in lingua pali dukkha, termine che ha in sé tutte le sfumature della «sofferenza». Nel buddhismo ciò che importa è l’armonia del comportamento, lo studio, la pratica dell’insegnamento, la meditazione e la riflessione per giungere alla realizzazione del nirvana, la liberazione dalla sofferenza (dukkha), la pace.
La pratica (religiosa) indicata dal Buddha non è altro che il «prendersi cura» di sé e degli altri, andando oltre il senso di separazione e riconoscendo l’origine dipendente di tutti i fenomeni. Per questo motivo il buddhismo va inteso come paziente devozione, cura, amore e compassione per tutti gli esseri.
Al termine di un soggiorno di monaci zen in vari monasteri benedettini, il papa Giovanni Paolo II si rivolse ai discepoli di S. Benedetto in questi termini: «Il vostro specifico contributo al dialogo interreligioso non consiste tanto nell’entrare in un dialogo esplicito, perché la vostra regola è principalmente il silenzio, la preghiera e la testimonianza di vita comune; ma voi potete fare molto con la vostra ospitalità per promuovere un incontro spirituale in modo profondo. Aprendo la vostra casa e il vostro cuore, come avete fatto in questi giorni, voi siete veramente nella tradizione del vostro santo padre Benedetto.
Voi applicate ai fratelli-monaci, che sono venuti da altri orizzonti e da una tradizione religiosa molto diversa, il bel capitolo della sua regola sull’accoglienza degli ospiti».
Come dice sua santità il Dalai Lama: «Il fatto che esistano diverse tradizioni religiose è una cosa ottima per gli esseri umani, in quanto ognuna di esse ha attinenza e si occupa di un certo gruppo di loro, in un particolare tipo di società e cultura». Lo studio delle diverse religioni ci può essere di grande aiuto nel percorso dell’autoconoscenza e dell’amore.
Mario Thanavaro