A parte la realtà fisica, esiste la realtà della mente. La mente non ha una forma materiale, ma possiede un certo carattere che si esprime nella felicità, nella sofferenza, nella confusione o nella pace. Il Buddha chiamava questo nāma dhammā (fenomeno mentale) ma noi ci riferiamo a questi fenomeni usando il termine “la mente”.
Le nostre menti sono semplicemente la manifestazione di nāma dhammā. Non si può dire che la propria mente sia buona o “totalmente” cattiva. Tutto dipende da come si affrontano e da come ci si mette in relazione con le cose che accadono. Esattamente come gli elementi fisici che si trovano in natura, per esempio: sassi, pietre, sabbia, alberi oppure anche le montagne e l’acqua. L’acqua è solo una risorsa utile nelle nostre vite se è trattata e resa pronta per il consumo. Se utilizziamo procedimenti corretti, adattiamo e sviluppiamo queste risorse, esse saranno benefiche ed utili. Questo è il modo in cui il Buddha vedeva la mente, come qualcosa di naturale e grezza in origine, che deve essere sviluppata e corretta.
La mente che si trova in uno stato sottosviluppato è come l’acqua non filtrata che è piena di particelle di polvere. Queste sono inquinanti pericolosi che si mescolano nei nāma dhammā, pertanto dobbiamo fare uno sforzo per purificare e sviluppare le nostre menti.