Tratto da Consapevolezza: la via oltre la morte del venerabile Ajahn Sumedho
© Associazione Santacittarama, 1999
Traduzione di Letizia Baglioni
Nel caso di una mente molto attiva sul piano discorsivo può essere utile ricorrere al mantra Buddho. Inspirate sul “Bud” ed espirate sul “dho”, concentrandovi su quest’unico pensiero per la durata dell’atto respiratorio. E’ un modo per sostenere la concentrazione: quindi, per i prossimi quindici minuti praticate ānāpānasati mettendoci tutta la vostra attenzione, raccogliendo la mente attorno alla parola “Buddho”. Imparate a portare la mente a quel livello di chiarezza e di vivacità, invece di sprofondare in uno stato passivo. C’è bisogno di uno sforzo sostenuto: un’inspirazione sul “Bud” – deve stagliarsi chiaro e nitido nella mente, mantenendo in primo piano questo pensiero dal principio alla fine dell’inspirazione – e l’espirazione sul “dho”. In questo momento non occupatevi d’altro. Ora è il momento di dedicarsi solo a questo – i vostri problemi e i problemi del mondo potrete risolverli più tardi. In questo momento la situazione non richiede altro. Fate emergere il mantra alla coscienza. Sostenetelo deliberatamente, che non sia una esperienza meccanica e ripetitiva, buona solo a intontirvi. Infondete energia alla mente, in modo tale che l’inspirazione sul “Bud” sia un’inspirazione viva, non un “Bud” meccanico che si affievolisce subito perché non è mai ravvivato e rinnovato dalla mente. Potete visualizzarlo come se fosse scritto, in modo da concentrarvi pienamente sulla sillaba per tutta la durata dell’inspirazione, dal principio alla fine. Poi “dho” sull’espirazione segue la stessa modalità, in modo da dare una certa continuità allo sforzo più che procedere per tentativi sporadici e intermittenti.
Notate l’eventuale presenza di pensieri ossessivi, di frasi senza senso che occupano lo spazio mentale. Sprofondare in uno stato di passività lascia mano libera ai pensieri ossessivi. Invece, imparare a capire come funziona la mente e come adoperarla con intelligenza implica che si scelga un determinato pensiero – l’idea di Buddho, ossia il Buddha, il Conoscitore – e che lo si sostenga in quanto pensiero. Non come un pensiero abituale e ossessivo, ma come un’applicazione intelligente del pensiero, allo scopo di sostenere la concentrazione per la durata di un’inspirazione, di un’espirazione, per quindici minuti.
L’esercizio consiste in questo, tutte le volte che non ci si riesce e la mente divaga, si prende semplicemente atto di essersi distratti, o che si sta solo pensando di farlo, o che si preferirebbe lasciar perdere “Buddho” (“non ho nessuna voglia di farlo; mi piacerebbe starmene seduto a riposare senza sforzarmi di fare niente; proprio non mi va”). O forse in questo momento c’è qualcos’altro che vi preoccupa, che cerca di venire a galla nella mente conscia; in tal caso notate di che si tratta. Notate lo stato d’animo predominante al momento, non per criticare o scoraggiarvi, semplicemente notate con calma, spassionatamente, se l’esercizio vi calma o vi rende opachi e sonnolenti, se non avete fatto altro che pensare o vi siete concentrati. Fate ciò semplicemente per saperlo.
L’ostacolo alla pratica della concentrazione è l’avversione per il fallimento e un intenso desiderio di riuscire. Nella pratica non è in gioco la forza di volontà, ma la saggezza, la saggezza del fare attenzione. Questo esercizio vi darà modo di conoscere i vostri punti deboli, dov’è che tendete a perdervi. Siete testimoni dei tratti del carattere che avete sviluppato fino ad ora nella vostra vita, non per criticarli ma solo per imparare a lavorarci sopra e non esserne schiavi. Ciò implica un’accurata e saggia riflessione sulle cose così come sono. Sicché, invece di evitarle a tutti i costi, anche le situazioni più disperanti vengono osservate e riconosciute. E’in gioco la capacita di tollerare. Spesso il Nibbāna viene descritto in termini di “freddezza”. Deprimente, eh? Ma la parola allude a qualcosa di preciso. Freddezza rispetto a cosa? E’ qualcosa che dà sollievo, che non è travolto dalle passioni ma distaccato, vigile ed equilibrato.
La parola “Buddho” può essere coltivata nella vita come qualcosa con cui riempire la mente al posto delle preoccupazioni e di ogni sorta di abitudini malsane. Prendetela, osservatela, ascoltatela: Buddho! Significa “colui che sa”, il Buddha, il risvegliato, la qualità dell’essere svegli. La potete anche visualizzare. Ascoltate il chiacchierio della mente – bla bla bla – che secerne senza sosta ogni sorta di paure e avversioni represse. Quindi ne prendete coscienza. Non usiamo Buddho come una mazza con cui annientare e reprimere tutto, ma come un abile espediente. Anche gli strumenti più raffinati si possono usare per uccidere e danneggiare gli altri, no? Si può prendere una pregevole statua del Buddha e spaccarla in testa a qualcuno, volendo! Non è questa la Buddhanussati, la riflessione sul Buddha, di cui parliamo! Però è proprio così che potremmo usare la parola “Buddho”, come un mezzo per reprimere pensieri e sentimenti. E sarebbe un uso malsano. Ricordate che il nostro scopo non è sopprimere, ma lasciare che le cose si dissolvano spontaneamente. E’ una pratica delicata in cui pazientemente si sovrappone Buddho ai pensieri, non per esasperazione, ma in modo fermo e deliberato.
Il mondo ha proprio bisogno di imparare a farlo, vero? Gli Usa e l’Unione Sovietica, avrebbero dovuto farlo invece di ricorrere alle mitragliatrici e alle armi nucleari per annientare qualunque opposizione… o invece di dirsi orribili cattiverie a vicenda. Lo facciamo anche noi, non è vero? Quanti di voi hanno preso a male parole qualcuno di recente, lo hanno ferito, criticato impietosamente, solo perché vi irritava, vi ostacolava, o vi faceva paura? Allora cominciamo a praticare con queste piccole esperienze cattive e irritanti nella nostra mente, con le attività del pensiero che riteniamo futili e sciocche. Usiamo Buddho non come una mazza ma come un abile espediente che permette ai fenomeni di passare, che li lascia andare. Ora, per i prossimi quindici minuti tornate al vostro naso con la ripetizione del mantra “Buddho”. Cercate di capire come funziona e come lavorarci.