Nel 2004 Ajahn Chandapalo, accompagnato da Ajahn Preechar Jutindharo, è stato invitato in Thailandia per ricevere l’offerta di una statua con il proposito di collocarla poi nel futuro tempio del Santacittarama.
Come spesso accade in Thailandia, la colata di metallo nello stampo è divenuta occasione di una cerimonia religiosa. La cerimonia di fusione è stata presieduta da Somdet Buddhajahn – in veste del Sangharaja – (nel video il monaco vestito di arancione) che è una delle massime cariche amministrative del clero thailandese; erano presenti anche molti monaci della foresta del lignaggio di Ajahn Chah, primi fra tutti Ajahn Liam e Ajahn Sumedho, e diversi importanti monaci occidentali. Mentre i monaci recitavano i canti “Paritta” (di benedizione e protezione), il Somdet e Ajahn Chandapalo, in rappresentanza della comunità italiana, hanno dato inizio alla colata del metallo. Era presente anche Maechee Sansanee, una monaca thai molto nota per il suo impegno in favore delle donne.
Il primo Marzo 2005 la statua è arrivata al Santacittarama. Nella newsletter di quel mese Ajahn Chandapalo raccontava:
“Alcuni di voi ricorderanno che l’altro inverno ero in Thailandia, assieme ai nostri due monaci thai, per la cerimonia di fusione di una statua del Buddha. Finalmente, in un giorno di freddo pungente con la neve ancora per terra, la statua è arrivata al monastero. Per fortuna in quel giorno abbiamo avuto la visita inattesa di alcuni studenti thai, che volenterosamente ci hanno aiutato a scaricarla dal camion e a metterla a posto, non senza qualche difficoltà. Per il momento è stata collocata nel tendone.
… una magnifica immagine per cui è valso aspettare.
Il Buddha siede in un trono; la statua è alta due metri e tutta fatta in bronzo, decisamente molto pesante. È nello stile ben noto e ammirato del “Buddha che insegna” di Sarnath in India, dove il Buddha, da poco illuminato, dette il suo Primo Sermone al “Parco dei Cervidi di Isipatana”. I Tre Gioielli del buddhismo sono tutti rappresentati in un’unica immagine: il Buddha, con le mani nel mudra dell’insegnamento che espone il Dhamma, ovvero la via di liberazione, simbolizzata anche dalla ruota alla base del trono (otto raggi per l’Ottuplice Nobile Sentiero), e poi il Sangha dei primi cinque discepoli che furono l’inizio della comunità spirituale. Anche i cervidi hanno un loro significato, visto che a quel tempo erano una allegoria della gentilezza, grazia e agilità della mente illuminata.
Il volto del Buddha della statua è in particolar modo bello, con il tradizionale sorriso gentile che trasmette serenità e una tranquilla gioia.
Vi invito di venire a vederla!
Questa statua è veramente un meraviglioso dono della gente thai. Di sicuro sarà una fonte di ispirazione e fede, qui in Italia, per molte generazioni a venire.”
Le foto seguenti sono un piacevole ricordo di quella giornata.