Originariamente non ci sono forme di culto o di preghiera, fondamentalmente la pratica di liberazione si basa sul Nobile Ottuplice Sentiero riassunto nel triplice addestramento: virtù, concentrazione e saggezza. La virtù, o moralità, permette di stabilire una base di serenità, liberando la mente dall’inquietudine legata alle conseguenze di azioni non salutari. Attraverso la meditazione si sviluppa la quiete mentale, e una mente calma e raccolta favorisce lo sviluppo della saggezza, che a sua volta conduce a lasciare andare i propri attaccamenti.
Col tempo, i discepoli del Buddha hanno iniziato a recitare o cantare parti dei suoi discorsi o altre composizioni, non come preghiere o inni, ma con lo scopo di ricordare l’Insegnamento e riportare alla mente quelle qualità interiori che si sforzano di coltivare giorno dopo giorno.