Uno sguardo al buddhismo
Vari tipi di buddhismo
Il buddhismo fiorì in India dopo la morte del Buddha e si diffuse pacificamente da sud a nord, fra Sri Lanka e Himalaya, ad ovest in quelle zone che formano oggi l’Afghanistan e l’Iran, ad est, fino alla Cina, Sumatra e Giava. Dopo 500 anni prese forma una nuova setta chiamata Mahayana, che si distinse dal lignaggio conosciuto oggi come Theravada. Il Mahayana tendeva ad essere più liberale e ad adattarsi facilmente a nuove culture, mentre il Theravada rimase più conservatore e cercò di mantenere una continuità rispetto al tempo del Buddha. Con l’introduzione di nuove scritture, alcune scuole Mahayana cominciarono a considerare il Buddha come un dio e sostituirono l’obiettivo del raggiungimento dello stato di Arahat con l’ideale del Bodhisattva, una persona che si sforza di diventare un Buddha al fine di poter aiutare il maggior numero possibile di esseri. La scuola Theravada mantenne e considerò come propria guida gli insegnamenti originari e lo stile di vita del Buddha.
Nei secoli XI e XII, con l’arrivo delle invasioni musulmane nel sub-continente indiano, il Buddhismo fu represso con violenza e infine scomparve dal proprio paese d’origine. Tuttavia, già a quel tempo, il Mahayana aveva messo radici in Cina e da lì si era diffuso in Giappone, Corea e Vietnam. Tra le tante sette fiorite in questi paesi, il buddhismo Zen è il più conosciuto. Il Mahayana si diffuse anche in Tibet, assimilando il Bon, la locale religione sciamanica, e da qui si diffuse ulteriormente fino alla Mongolia e al Bhutan. Il più conosciuto monaco tibetano è il Dalai Lama, a cui è stato conferito il Premio Nobel per la Pace. Il Theravada ha preso piede soprattutto in Sri Lanka, Myanmar (Birmania), Thailandia, Laos e Cambogia. Le sue scritture sono conosciute come il Canone Pali, la più antica e completa collezione in una lingua indiana degli insegnamenti del Buddha.